Prevenzione secondaria
La Prevenzione Secondaria consiste nella diagnosi precoce, cioè in una serie di visite ed esami volti a individuare formazioni pre-tumorali o tumori allo stadio iniziale. L’obiettivo è ridurre la mortalità, migliorare la qualità della vita del malato oncologico e l’invasività degli interventi.
La LILT è impegnata nella prevenzione secondaria con la Diagnosi precoce che vuol dire tempestività, ossia la possibilità di individuare la malattia nella sua fase iniziale, offrendo il vantaggio di garantire cure efficaci, terapie poco aggressive e un’elevatissima probabilità di completa guarigione.
La LILT Associazione Provinciale di Lecco APS effettua visite di prevenzione oncologica alla cute, al seno, al cavo orale, urologiche e ginecologiche (con pap-test e, su richiesta dello specialista, ecografia trans-vaginale).
Il melanoma è un tumore maligno che origina dal melanocita, cellula della cute preposta alla sintesi della melanina.
Il melanoma, nella maggioranza dei casi, è ben visibile, ma non sempre dà sintomi facilmente riconoscibili, anche quando è molto sviluppato. Bisogna quindi imparare a conoscere e ricordare le caratteristiche più importanti che servono a riconoscere precocemente la trasformazione di un neo già esistente in un melanoma o la pericolosità di un nuovo neo.
È ormai entrata nella pratica clinica una semplice regola: ABCDE.
Lo specialista effettua in primo luogo una visita completa nella quale valuta la storia familiare e la presenza di segni e sintomi tipici del melanoma cutaneo. L’esame visivo della pelle è reso più accurato grazie all’uso del dermatoscopio.
La dermatoscopia è una tecnica non invasiva per la diagnosi precoce del melanoma, basata su uno strumento ottico chiamato dermatoscopio che permette di osservare particolari della cute non visibili ad occhio nudo, favorendo il riconoscimento di lesioni neoplastiche iniziali.
Il carcinoma mammario è, per incidenza e mortalità, al primo posto tra i tumori maligni della popolazione femminile.
La visita senologica eseguita da un medico esperto andrebbe effettuata una volta l’anno a partire dai 25/30 anni di età. Ha lo scopo di inquadrare la paziente e stabilire il corretto iter diagnostico-terapeutico.
Consiste nella esecuzione, da parte dello specialista, di un esame clinico completo delle mammelle. Si suddivide in tre fasi: anamnesi, ispezione e palpazione.
– Anamnesi: raccolta di informazioni sulla presenza di fattori di rischio e di sintomi/segni. È necessario raccogliere informazioni relative ad una eventuale familiarità per carcinoma della mammella, all’età di inizio e di fine dell’attività mestruale, all’età della prima gravidanza, all’allattamento, al regime dietetico, alle eventuali pregresse patologie ed alle terapie ormonali. Si analizzano, quindi, le caratteristiche degli eventuali sintomi/segni, quali la tumefazione e la secrezione dal capezzolo.
– Ispezione: la paziente è seduta e viene osservata in diverse posizioni analizzando la forma, le dimensioni, la simmetria ed il profilo di entrambe le mammelle.
– Palpazione: in questa fase dell’esame clinico si palpano entrambe le mammelle, i prolungamenti ascellari, i cavi ascellari, i solchi sottomammari, le fosse sopra e sottoclaveari. La paziente viene esaminata prima da seduta e successivamente nella posizione supina. La visita viene completata con la palpazione del capezzolo e dell’areola, per la valutazione di ispessimenti e/o nodularità. Con una delicata spremitura del capezzolo si può mettere in evidenza un’eventuale secrezione.
La ricerca scientifica ha dimostrato che la causa necessaria per sviluppare il tumore del collo dell’utero è la presenza e persistenza di HPV oncogeni (Human papilloma virus) che possono causare alterazioni nelle cellule del rivestimento della cervice. Queste passano così dallo stato normale a quello di lesioni precancerose che in alcuni casi, se trascurate, possono trasformarsi in tumore.
Si tratta di virus a prevalente trasmissione sessuale, molto diffusi, che in presenza di altre condizioni predisponenti possono indurre, nelle cellule del collo dell’utero, la trasformazione tumorale. Il tempo che intercorre tra infezione da HPV e tumore può raggiungere anche 15-20 anni.
Il Pap-test è esame citologico che indaga le alterazioni delle cellule del collo dell’utero. È un test di screening, la cui funzione principale è quella di individuare, nella popolazione sana femminile, donne a rischio di sviluppare un cancro del collo uterino. Si tratta di un esame veloce e indolore che permette di identificare le lesioni pre-cancerose negli stadi iniziali.
L‘ecografia trans-vaginale (ETV) è un esame efficace per individuare il cancro dell’endometrio prima che si manifestino i sintomi della malattia. Si tratta di un esame ecografico dell’apparato genitale femminile (utero, ovaia, tube) eseguito con una sonda introdotta in vagina.
Grazie alla vicinanza della sonda agli organi genitali interni, è possibile ottenere informazioni più dettagliate rispetto alla sola ecografia pelvica addominale. La sonda vaginale consente di visualizzare strutture delle dimensioni dell’ordine del millimetro, che non sarebbero altrimenti visibili per via trans-addominale.
In questo modo l’accuratezza diagnostica è assai più elevata, sia per la diagnosi di patologie dell’utero che delle ovaie (es.: cisti, fibromi, tumori).
Questo esame può essere eseguito in ogni momento del ciclo mestruale o in menopausa, è del tutto indolore e privo di effetti collaterali.
La visita di prevenzione per il tumore della cavità orale mira a diagnosticare e rimuovere le lesioni precancerose ed i carcinomi nelle fasi più precoci. La visita clinica può essere approfondita con l’esplorazione delle strutture non accessibili ad occhio nudo tramite un fibroscopio ottico. L’esame è assolutamente indolore, si esegue senza anestesia, in ambulatorio, su pazienti di qualsiasi età e non richiede alcuna preparazione specifica.
Il tumore della prostata è piuttosto frequente. Ogni uomo che abbia superato il 50° anno di età viene considerato a rischio: se a 40 anni la probabilità di ammalarsi è di 1 su 10.000, tra i 60 e gli 80 anni diventa di 1 su 8.
Oggi il cancro alla prostata è la prima neoplasia per frequenza nell’uomo e la seconda causa di mortalità per causa neoplastica.